Ci ho messo un po’ a capirlo anche se l’ho sempre saputo. Ora ti racconto. Io so precisamente quando la scintilla dell’editing si è accesa in me.
Avevo dodici anni e da sei adoravo i Pooh.
Erano gli anni della mia iniziazione alla lettura e alla scrittura e, appena presa una certa dimestichezza con le parole, il mio chiodo fisso fu contattarli. Negli anni Ottanta non c’era internet ma sulla copertina delle musicassette compariva l’indirizzo della casa discografica, che ricordo ancora.
Mitomania portami via.
Presi coraggio e scrissi una lettera ricca di ammirazione e amore vero per i quattro. Qualche settimana dopo il postino consegnò una busta con il logo dei Pooh, rosso brillante. Il loro nome e il mio sulla stessa busta! In famiglia accolsero la cosa con sorpresa, d’altra parte credo che fosse la prima lettera in assoluto indirizzata a me.
Aprirono maldestramente la busta sbrindellandola (io avrei usato il vapore per scollare la piega e liberare il contenuto, ma tant’è).
Pazienza per la forma, mi concentrai sulla sostanza e la sostanza recitava pressappoco così:
Cara, grazie per la tua lettera ma i Pooh sono troppo occupati a realizzare il nuovo disco e non ti possono rispondere.
Dio delle città.
È nata! È nata!
Lessi e rilessi la lettera e scrissi:
Buongiorno, grazie per la risposta, dovete essere un po’ distratti però. Avete scritto male questa, questa e quest’altra parola e manca l’accento su una “e”. Saluti.
Credo che in quel momento sia nata l’editor che è in me.
Quella che ti scrive oggi però ci ha messo anni a prepararsi, perché l’intuizione scava le fondamenta ma poi devi costruire con metodo.
È capitato anche a te? Quando hai capito che la scrittura era il tuo talento?

© 2025 Miranda Martino - curatrice editoriale